martedì 6 marzo 2012

Ma cosa devi dimostrare?

Devi dimostrare qualcosa a qualcuno?
Davvero alla tua età devi ancora mostrare di essere qualcosa che non sei?
Ci sono persone che temi, che esercitano potere su di te, davanti alle quali senti di dover dare il meglio e - magari - non essere te stesso?

Pensaci.
Chi sono queste persone? Sono poche, tante, tutte?
Perché vuoi apparire come non sei?
Quali sarebbero le conseguenze se scegliessi di essere te stesso con tutti?

Perché dai un potere così enorme ad alcune comparse nella tua vita?
Abbi il coraggio di mostrare come sei davvero.
Altrimenti, cambia.


Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.

venerdì 2 marzo 2012

Se non puoi farci niente, perché preoccuparsi?

Vuoi semplificarti la vita?

Inizia col non preoccuparti delle circostanze che comunque non puoi cambiare, quelle su cui non hai il controllo.
Se non puoi farci niente, perché preoccuparsi?
Concentrati piuttosto sui problemi che puoi risolvere, sulle situazioni che puoi migliorare, sulle faccende che puoi gestire.

Così facendo, ti renderai conto che la maggior parte delle cose su cui hai controllo riguardano te stesso.
Cosa significa? Che la priorità è cambiare e migliorare te stesso, e non il mondo che ti circonda.



Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.

giovedì 1 marzo 2012

Ciao Lucio...


cosa sara'
che fa crescere gli alberi la felicita'
che fa morire a vent'anni
anche se vivi fino a cento
cosa sara' a far muovere il vento
a fermare un poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane
o un bacio non dato
oh cosa sara'
che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire ridendo di notte
all'ombra di un desiderio
oh cosa sara'
che ti spinge a domare una
donna bassina perduta
la bottiglia che ti ubriaca
anche se non l'hai bevuta

cosa sara'
che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto
dove giustizia non c'e'
cosa sara'
che ti spinge a comprare di
tutto anche

se e' di niente
che hai bisogno
cosa sara'
che ti strappa dal sogno
oh cosa sara'
che ti fa uscire di tasca dei
no non ci sto ti getta nel mare
ti viene a salvare
oh cosa sara'
che dobbiamo cercare
che dobbiamo cercare

cosa sara' che ci fa lasciare
la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico
a parla del futuro
cosa sara' questo strano coraggio
paura che ci prende
che ci porta a ascoltare
la notte che scende
oh cosa sara'
quell'uomo e il suo cuore benedetto
che e' sceso dalle scarpe e dal letto
si e' sentito solo
e' come un uccello che in volo
e' come un uccello che in volo
si ferma e guarda giu'

Quasi scordavo...

Ieri vi ho invitati a compilare la lista delle dieci cose che più amate fare nella vita, e ho mostrato la mia.

Vi esorto a pubblicare la vostra lista come commento a quel post.
Tanto dovevate compilarla comunque, no?

mercoledì 29 febbraio 2012

Perché la vita è bella

Credi che la tua vita faccia schifo?
Tranquillo: non ti sto per proporre di confrontarla con quella di un minatore cileno.
Invece, per focalizzarti sul lato positivo della tua esistenza, ti consiglio di stilare un elenco delle dieci cose che più ami fare. Un decalogo dei momenti in grado di farti apparire meno squallida la vita. Quelli in grado di regalarti un attimo di felicità. Quelli per cui vale la pena vivere.

Scrivile adesso, e in seguito cerca di tenere aggiornato l'elenco.

Inizio io.
  1. Correre in una giornata di sole nelle colline dove sono nato.
  2. Trovarsi d'estate sulle Dolomiti, ai piedi delle Torri del Vajolet, e ammirarle prima di salire.
  3. Partecipare ad un concerto di Ligabue.
  4. Ascoltare Linus e Nicola alla radio.
  5. Fare colazione da solo, il sabato mattina, nel mio bar di fiducia, con cappuccino e torta, leggendo il giornale.
  6. Vedere sorridere la donna che amo.
  7. Leggere un buon libro sulla poltrona di fianco alla finestra, mentre fuori piove.
  8. Avere di fronte un argomento totalmente nuovo e stimolante da imparare.
  9. Uscire di casa alle otto in una mattina di fine inverno e scoprire che c'è il sole, abbastanza caldo da poter stare in maglietta.
  10. Arrivare in piscina e scoprire che c'è poca gente e avere così una corsia libera a disposizione, per poter fare una vasca tranquilli e rilassati, e godere di quella fantastica sensazione di "allungamento totale" del mio corpo.



Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.


lunedì 27 febbraio 2012

Ricordati di respirare

Sei agitato, preoccupato, ansioso o stressato?
Non scordarti di respirare.

Neanche immagini quante persone - concentrate su un'attività difficile o che richiede la massima attenzione - semplicemente si "scordano" di respirare.
Mentre esegui un pezzo articolato al pianoforte, sei impegnato in un esercizio di arti marziali, o coinvolto in una discussione che ti assorbe particolarmente, potresti trattenere il fiato e neanche accorgertene. Questo ha l'effetto di irrigidire i tuoi muscoli e peggiorare la tua prestazione.
Anche senza arrivare all'apnea, la maggior parte delle persone pratica esclusivamente una respirazione estremamente leggera e poco efficace: cicli respiratori superficiali e molto frequenti che portano poco ossigeno in circolo.
Questa è la respirazione tipica degli adulti. I bambini hanno naturalmente una respirazione profonda; quando diventando grandi disimparano come respirare!

Concentrati sulla respirazione.

Mettiti comodo in un luogo tranquillo, e respira naturalmente.
Osserva il ritmo istintivo dei tuoi cicli di inspirazione ed espirazione per qualche minuto.

Poi cerca di modificarlo in questo modo: inspira profondamente, riempiendo d'aria prima la parte inferiore dei polmoni (gonfiando "la pancia") e poi la parte superiore.
Trattieni il respiro per un paio di secondi.
Espira completamente, eseguendo la sequenza al contrario (svuota prima la parte superiore, e poi la parte inferiore del torace).
Al termine dell'espirazione, espelli ancora un po' d'aria, in modo che i polmoni siano completamente vuoti.
Attendi un paio di secondi e poi inspira nuovamente.

Questa tecnica respiratoria, che coinvolge anche la parte inferiore dei polmoni, è chiamata respirazione bassa (o diaframmatica, o addominale) e consente di sfruttare al meglio la capacità polmonare.

Quella descritta è una semplice forma di meditazione (e, come sai, la pratica della meditazione porta diversi benefici): la tua concentrazione sarà rivolta unicamente al respiro escludendo di fatto il rumore di fondo presente nella tua testa.
Se resisti per una decina di minuti ne uscirai rilassato e riposato.



Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.

giovedì 23 febbraio 2012

Il contrario dell'amore

"L'opposto dell'amore non è l'odio, è l'indifferenza. L'opposto dell'arte non è la bruttezza, è l'indifferenza. L'opposto della fede non è l'eresia, è l'indifferenza. E l'opposto della vita non è la morte, ma l'indifferenza." ~Elie Wiesel
Qual è il contrario dell'amore?
E' davvero l'indifferenza - e non l'odio - come suggerisce il nobel Wiesel?

Ragionando numericamente l'intuizione porta a far corrispondere un valore infinito positivo all'amore, un valore infinito negativo all'odio e lo zero all'indifferenza.

Quando vieni lasciato da una persona che ami, ad esempio, la prima reazione è odio.
Perché?
Perché quando ami diventi vulnerabile, e l'abbandono ti ferisce profondamente proprio quando sei completamente indifeso. E passi da più infinito a meno infinito nella scala dei sentimenti.
Invece la condizione d'equilibrio, quella neutra che ti consente l'indipendenza, è il valore zero della scala: l'indifferenza. L'indifferenza ti rende libero, l'odio uno schiavo.

Ricorda che tu non devi essere un burattino nelle mani di un burattinaio: l'odio è una reazione, non un'azione.

"Sei mai stato innamorato? E' orribile, vero? Ti rende così vulnerabile. Apre la tua anima e il tuo cuore così che qualcuno possa entrarci e farti del male. Tutta questa fatica per riuscire ad innalzare barriere e costruire armature in modo che nessuno potesse farti del male e poi, una stupida persona qualunque, uguale a tante altre, arriva nella tua stupida vita... e tu gli consegni un pezzo di te stesso. E non te l'avevano nemmeno chiesto! Un giorno fanno un piccolo gesto, come baciarti o sorriderti, e la tua vita non è più tua. L'amore fa ostaggi. Ti entra dentro. Ti divora e ti lascia a piangere nell'ombra. Una semplice frase come 'forse dovremmo restare solo amici' diventa una scheggia di vetro che ti penetra nel cuore: fa male. Non è solo immaginazione. Non è solo la tua mente. E' un dolore dell'anima, che ti entra dentro e ti apre in due. Odio l'amore" ~Neil Gaiman


Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.

martedì 21 febbraio 2012

Qui e ora

Ti è capitato di essere a tavola, e finire il tuo piatto preferito senza averlo gustato?
Magari, chiacchierando, ti accorgi di avere il piatto vuoto e non ricordi nemmeno di averlo assaggiato.

Se è successo, è perché fisicamente stavi mangiando, ma la tua testa si trovava altrove: in un altro "posto" o in un altro "momento".
Forse eri nel passato, a rimuginare su un errore commesso. Oppure nel futuro, preoccupato o ansioso per gli impegni dei prossimi giorni.
In ogni caso la tua testa non si trova col tuo corpo!

Concentrati e vivi pienamente le tue azioni. Vivi nel presente. Qui e ora.
Anche mentre compi piccole azioni, mentre sei solo, mentre non fai nulla di particolare, sii pienamente consapevole di ciò che stai facendo.

E quando non fai nulla... semplicemente non fare nulla. Tieni la tua mente ferma. Usa la meditazione per ottenere questo risultato.



Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook, twitter o google+.

lunedì 20 febbraio 2012

Una tazza è utile perché è vuota


Una volta un erudito si recò da un maestro zen per fargli delle domande sullo zen. Quando il maestro zen parlò, l’erudito lo interruppe più volte con i suoi commenti, del tipo: “Oh sì, anche noi abbiamo questo” e così via. Alla fine il maestro zen smise di parlare e cominciò a servire il tè all’uomo dotto; continuò però a versarlo nella tazza e il tè traboccò. “Basta così! Non ci sta altro tè nella tazza!” interruppe l’erudito. “Lo so” rispose il maestro zen. “Se prima non svuoti la tua tazza, come puoi assaporare la mia tazza di tè?”


Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook o twitter.

venerdì 17 febbraio 2012

Tu sei tu e io sono io

Io faccio le mie cose, e tu fai le tue.
Non sono venuto a questo mondo per soddisfare le tue aspettative.
E tu non sei a questo mondo per soddisfare le mie.
Tu sei tu e io sono io,
e se per caso ci incontriamo l'un l'altro, è bellissimo.
Altrimenti, non possiamo farci nulla.

(Bruce Lee - filosofo e maestro di arti marziali) 

martedì 14 febbraio 2012

Ripetizioni, abitudini, carattere e destino

Ripetendo un'azione formi un'abitudine.
Le tue abitudini determinano il tuo carattere.
E il tuo carattere è il tuo destino.

Possa il tuo destino essere di successo.

lunedì 13 febbraio 2012

Caro diario...

Ecco perché dovresti tenere un diario:

  • Per osservare dentro di te: l'introspezione ti farà scoprire chi sei, cosa vuoi, cosa ti fa male e cosa ti fa bene.
  • Per tenere traccia delle lezioni imparate sperimentando con la vita. Ricordati che errare è umano, ma sicuramente conviene mettere a frutto l'esperienza. Quella dei tuoi errori e quella degli altri.
  • Per liberarti dalla rabbia e dai sentimenti negativi.
  • Perché per iscritto, i tuoi pensieri assumono una chiarezza maggiore rispetto a quando vagano liberi per la tua mente. Scriverli aiuta ad esserne consapevoli.
  • Per migliorare le tue capacità comunicative. Con te stesso e con gli altri.
Non usare un blog: a meno che tu sia una celebrità, a nessuno importa sapere ciò che fai e conoscere i tuoi pensieri più profondi. Meglio che questo tipo di diario rimanga riservato.
Tenerlo privato ti darà la libertà di scrivere qualunque cosa: devi poter esprimere le cose più inconfessabili e inenarrabili della tua vita.
Inoltre, se scrivi esclusivamente per te non sarai tentato di soffermarti eccessivamente sulla forma e potrai concentrarti sulla sostanza: i pensieri fluiranno meglio.

Cosa dovresti scrivere?
Tutto quello che ti passa per la testa, cercando di analizzarlo.
Una volta che i tuoi pensieri saranno nero su bianco, sarai libero di fare il vuoto nella tua mente.

venerdì 10 febbraio 2012

Cos'è la meditazione?

Chi non ha mai sentito parlare di meditazione?
In tanti si chiedono "come si fa", ma in quanti sanno "a cosa serve" veramente?

Solo recentemente ho capito qual è il vero scopo della meditazione.

Serve per eliminare il rumore di fondo nella mente, costituito da pensieri spontanei.
Questi ti impediscono di vivere pienamente e assaporare a fondo i piaceri della vita.

giovedì 9 febbraio 2012

... e consapevolezza

Nel post precedente ho parlato dei condizionamenti, e spiegato come nel corso della vita (soprattutto nei primi anni di vita) veniamo inconsapevolmente "programmati" dall'ambiente che ci sta intorno.
Alcuni di questi condizionamenti restano inconsci: non ci rendiamo conto della loro esistenza e - comunque - non sappiamo da dove provengano; in ogni caso continuano a farci agire in maniera irrazionale e quantomeno non ottimale.

In questo post, ti spiegherò come "risvegliarti" da questa condizione.

Il famoso "risveglio" di cui tanto parlano filosofie orientali e guru di vario tipo non è altro che l'acquisizione della consapevolezza di questi condizionamenti. Il termine è stato scelto perché è contrapposto allo stato in cui vivi in maniera "automatica" secondo un programma che è stato inserito nella tua testa e di cui non sei consapevole: una sorta di "sonno" che ti impedisce di vivere pienamente.
Ma qual è il problema di rimanere nella condizione di "sonno"?
Be', tanto per cominciare, le programmazioni che hai ricevuto nel corso degli anni sono del tutto... casuali!
Nella migliore delle ipotesi sono contrastanti; nella peggiore, deleterie. Ma anche il primo caso provoca una frustrazione insopportabile al tuo interno: in tante occasioni probabilmente una parte di te vorrebbe andare in una direzione e un'altra vorrebbe scegliere quella opposta.
Le regole che hai in testa ti vanno strette e ti creano confusione.
Stai male e non sai nemmeno perché.

Se vuoi tornare ad essere te stesso, smettere di vivere la vita di qualcun altro e non provare questa insoddisfazione e frustrazione latente devi prendere coscienza dei condizionamenti che hai ricevuto.

E' un processo lungo. Il cammino inizia in questo istante, riconoscendo di aver ricevuto dei condizionamenti nel corso della tua vita. Prendi atto del fatto che le tue "regole" e le tue "certezze" ti sono state imposte dall'ambiente esterno quand'eri piccolo, da persone che sicuramente non avevano la verità in tasca. Perché la verità in tasca non ce l'ha nessuno. Probabilmente erano in buona fede, ma ti hanno imposto regole derivate dalla loro esperienza, secondo la loro personale e soggettiva visione della vita.

Lo ripeto: il primo passo che devi compiere è riconoscere che sei stato condizionato.
Se sono riuscito a spiegarti questo concetto, vivrai questo istante come una "rivelazione" e già ti sentirai libero.
Forse un po' vuoto, ma libero.
Questa è la consapevolezza. Questo è il momento del tuo risveglio.

Il secondo passo, quello più lungo e che probabilmente durerà tutta la vita, consiste nel passare in rassegna le regole secondo cui vivi e analizzarle alla luce della tua nuova consapevolezza.
E' un cammino verso la conoscenza.

Una volta riconosciuto che sei stato condizionato devi rifiutare tutto quello che sai? Tutti i condizionamenti, tutte le tue certezze e gli insegnamenti?
Ovviamente no. Non è necessario rinnegare tutto.
Dovresti piuttosto analizzare ciascun "automatismo di pensiero", capire da dove e da chi proviene e passarlo al vaglio critico della ragione. Ora che sei consapevole che una regola è stata inserita nel tuo cervello da piccolo, puoi analizzarla razionalmente e decidere se tenerla o buttarla.
Con questo processo ricostruirai il sistema dei tuoi valori in maniera più adulta e razionale.
E rinascerai.

mercoledì 8 febbraio 2012

Condizionamenti...

Sei sicuro di stare vivendo la tua vita e non quella di qualcun altro? Per esempio quella dei tuoi genitori, o dei tuoi insegnanti?
Sei sicuro di essere "sveglio", in questo momento?

Filosofie orientali, religioni e guru di vario tipo parlano spesso di risveglio.
Ma anche la psicologia occidentale in fondo tratta di questo concetto.

Ma cosa cavolo significa? E' solo un'esca esoterica sventagliata a sproposito per attirare persone deboli?
Direi di no. Anzi, il concetto è piuttosto "scientifico".

Cominciamo dall'inizio.
Non riuscirò sicuramente ad essere esaustivo, ma spero di riuscire a rendere l'idea.


Nei primissimi anni di vita sei piccolo e indifeso, ma intorno a te ci sono persone adulte a cui ti affidi (genitori, nonni, insegnanti...), da cui dipendi in tutto e per tutto. La tua vita dipende letteralmente da loro.
Per questo li riconosci automaticamente come autorità assolute: loro sono grandi e grossi e "sanno tutto".
E' un meccanismo in grado di garantire la sopravvivenza della specie: nei primi anni di vita il tuo cervello assorbe qualunque cosa arrivi dai genitori in maniera diretta e indiretta e viene catalogata per sempre come verità assoluta.
Un bambino piccolo coglie e impara tutto dai genitori (e dalle figure adulte che lo crescono, televisione inclusa!), compresi i loro atteggiamenti inconsapevoli: nei primissimi anni il bambino memorizza qualunque cosa veda e senta, direttamente o indirettamente.

Questo dà sicuramente un'impronta decisa alla formazione di una persona: se anche da adulto non sarà più in grado di ricordare questi episodi, i suoi comportamenti saranno guidati dalle istruzioni memorizzate.

Non solo.
Come se non bastasse, fai parte della società, e sei inondato da messaggi "assoluti": la religione, la politica, la televisione, la pubblicità, i personaggi famosi... tutti ti forniscono delle regole.
Da ogni parte arrivano messaggi che in maniera più o meno diretta ti indicano qual è il giusto comportamento.

Il risultato di tutto questo è che nel corso della tua vita hai memorizzato indelebilmente infiniti condizionamenti, tanto più forti quanto più eri piccolo: "Se fai questo sei bravo", "Se fai quest'altro sei cattivo", "Hai successo se nella vita avrai questo o farai quello", ...

Ma la cosa veramente grave è che molti di noi non ne sono consapevoli!
Con buona probabilità, molti dei tuoi comportamenti sono ancora guidati da condizionamenti inconsci ricevuti nel corso della tua esistenza.
Se alcuni sono giusti e positivi, altri sono deleteri, non più validi o troppo generali.

... e qui entra in gioco il "risveglio".
L'argomento però è vasto e preferisco spezzarlo in diversi articoli: nel prossimo post proseguirò parlando della consapevolezza e del risveglio.




Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook o twitter.

martedì 7 febbraio 2012

Senso di colpa

Hai fatto qualcosa di male?
Sei tormentato da un errore del passato?
Hai preso una decisione sbagliata?

Non vale la pena farne un dramma.

Un comportamento più sensato e razionale è quello di valutare se puoi rimediare in qualche modo.
C'è qualcosa in tuo potere per recuperare i danni che hai provocato?
Fai tutto quello che è alla tua portata e poi... non pensarci mai più.

A parte l'ovvio consiglio di imparare dai propri errori, non tormentarti oltre.
Il senso di colpa non ha senso: innanzitutto perché qualunque azione del passato non può essere modificata, e poi perché quando l'hai compiuta eri sicuramente in buona fede.
Sicuramente? Certo: nessuno sbaglia sapendo di sbagliare. Quindi devi perdonare te stesso una volta per tutte e vivere nel presente.

Eppure ci sono proprio casi in cui prendi una decisione e sai che è sbagliata, ma non hai il coraggio di fare diversamente. Anche in questo caso sei in buona fede. Significa che in maniera inconsapevole hai valutato e soppesato i pro e i contro. Cosa fa di una decisione quella "giusta"? Giusta per chi? Giusta in base a quali criteri? Quando hai scelto, evidentemente hai risposto a queste domande e ne hai tratto un bilancio, cercando di ottenere il meglio.
Quindi anche in questo caso hai elaborato una valutazione ed eri in buona fede. E se eri in buona fede, non c'è motivo per tormentarti oltre: vivi nel presente!

E se ci sono persone che soffrono per colpa mia?
Be', se ci sono persone che soffrono per colpa tua, dovresti decidere una volta per tutte: devi proprio rendere felici tutti? Sei sicuro? Sei sicuro che sia possibile?
Tieni presente che:
- Hai intorno tante persone, ognuna con desideri contrastanti. Non è detto che la felicità delle persone che hai intorno sia compatibile.
- Non sei in grado di leggere nel pensiero. Non sai con sicurezza cosa renderà felice chi ti sta intorno. Spesso non lo sanno nemmeno loro. Più in generale: non puoi sapere cosa è giusto e cosa no.
- In compenso, è più probabile che tu sappia cosa può rendere felice te. Bene, perché non inizi da lì? Perché non cominci cercando di essere felice? Come minimo, le persone che ti stanno intorno e ti vogliono bene, saranno contente di vederti sereno.

Fatti un favore: perdona te stesso e vivi nel presente. Se continuerai a tormentarti per il passato, non potrai vivere davvero e ti perderai le cose belle che la vita sarà ancora in grado di offrirti.

lunedì 6 febbraio 2012

Cose importanti

Quali sono le cose veramente importanti, per te?
Immagino tu sia in grado di produrre una lista dettagliata, vero?

Be', non raccontarmi balle.
Dici che tuo figlio è importante? Bene. Quanto tempo passi con lui?
Sei convinto che la tua salute sia importante per te? Bene. Quanto tempo dedichi a studiare le basi della medicina, dell'alimentazione e della psicologia? Quanto tempo dedichi a praticare attività fisica?


E' facile capire se menti a proposito delle cose importanti: qualunque cosa tu possa raccontare, le cose che davvero contano per te sono quelle a cui dedichi il tuo tempo.

Rifletti su come passi il tuo tempo e con chi.




Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo su facebook o twitter.

venerdì 3 febbraio 2012

Maleducato o invisibile?

Chi sei? Il maleducato che parla ad alta voce e durante una conversazione non attende il suo turno; oppure sei l'invisibile, che non viene ascoltato?

Ci sono evidentemente vie di mezzo, ma voglio parlare dei due casi limite.

Se sei tra i primi, vedi di calmarti: i maleducati non risultano mai simpatici.
Se leggi questo blog, è più probabile che tu abbia qualche difficoltà di comunicazione e ti ritrovi nella seconda fascia.

Come puoi comportarti quando hai a che fare con una persona del primo tipo? Quando non riesci ad aprire bocca perché qualcuno eccessivamente "esuberante" copre la tua voce con la sua, si sovrappone e accavalla e ti impedisce di esprimere le tue idee?
Chiaramente il tuo interlocutore non è interessato al tuo parere; quindi, lascialo parlare. Ascolta. Mantieni il distacco e lascia fare. Soddisferai il suo ego.
D'altra parte, se ti trovi in un gruppo, e l'"esuberante" ti impedisce di comunicare con gli altri, potrebbe essere un problema.

Oppure: sei una di quelle persone "invisibili" che quando parla non viene "sentito".
Non so come, ma succede: ci sono persone - di solito timide ed educate - che vengono sistematicamente ignorate quando parlano. Non con proposito: non vengono proprio percepite. Si perdono nel gruppo e non emergono.
Probabilmente esiste una legge fisica per cui le onde sonore di alcune persone vengono schermate quando sono in un gruppo.

La soluzione è sempre la stessa: quando apri bocca devi dire cose memorabili. Punta sulla qualità e non sulla quantità. Fatti la reputazione di chi vale la pena di essere ascoltato.
Tanto per cominciare, ascolta. Ascolta più che puoi, con attenzione.
Non dovrebbe essere difficile, visto che attualmente quando parli non vieni ascoltato, o c'è qualcuno che ti interrompe in continuazione.
Ascoltare ti aiuterà a rendere molto più interessante ciò che dirai quando aprirai bocca.
E usa l'ironia: sii tagliente e non avere paura di esprimere idee impopolari: nessuno è disposto ad ascoltare concetti triti e ritriti o luoghi comuni. Se dici qualcosa di nuovo e di interessante, o se manifesti un punto di vista inedito, hai più probabilità di essere ascoltato e cercato.

giovedì 2 febbraio 2012

Hai paura?!

Innanzitutto analizza la tua paura.
A cos'è dovuta la tua ansia?
Qual è la cosa peggiore che può succederti?
Cerca di riconoscere la tua paura e razionalizzarla: ti potresti accorgere che anche nel caso peggiore non c'è da temere.

Se così non fosse, ricordati che in certe circostanze avere paura è normale: in questi casi, l'importante è avere il coraggio da contrapporre alla paura.

mercoledì 1 febbraio 2012

Elimina le dipendenze

Eliminale tutte. Non solo quelle che ritieni negative.
Perché sono tutte negative.
Vedilo come un esercizio per aumentare la tua forza di volontà anevrotica.

Sarai veramente libero solo quando non avrai più dipendenze, nemmeno quelle che ritieni più innocue.

martedì 31 gennaio 2012

Agire VS Reagire

Agire implica una scelta spontanea e consapevole, mentre re-agire significa seguire la scelta di un altro.
Quando agisci, ti prendi la responsabilità; quando reagisci lasci la responsabilità allo stimolo esterno.
Quando agisci, sei il burattinaio; quando reagisci sei il burattino.

Di fronte al nemico non reagire.
Vai dritto per la tua strada e agisci.

Mai sentito parlare di "amore incondizionato"?
Non è forse lo stesso concetto?
L'amore incondizionato è maturo: è azione. L'amore immaturo, verso chi ci ama è attaccamento, è re-azione.

Quando reagisci sei in balia del contesto e non hai il controllo della situazione.
Vuoi forse che la tua felicità sia condizionata dal mondo esterno? Da qualcosa di cui non hai il controllo?

Un aneddoto relativo al Buddha spiega molto bene questo concetto:

Buddha doveva attraversare un paese. I suoi abitanti erano contro di lui e la sua filosofia, così si riunirono intorno a lui per insultarlo. Usarono parole volgari e cattive. Buddha ascoltò in silenzio, con pazienza. 
Vedendo che non si irritava, la folla iniziò a provare frustrazione. Buddha li lascio terminare e poi disse: "Ora, se avete finito, io dovrei andarmene, perché devo raggiungere un altro paese. I suoi abitanti mi stanno aspettando, così come voi. Sarò di ritorno in qualche giorno, così se vi siete scordati di dirmi qualcosa, potrete finire".
Dalla folla qualcuno chiese: "Ma noi ti abbiamo insultato: non reagisci? Non dici niente?"
Buddha rispose: "Se volete una reazione da me, siete arrivati tardi. Avreste dovuto venire da me almeno dieci anni fa, perché a quel tempo reagivo. Ma adesso non sono più così stupido. Vedo che voi siete arrabbiati, ecco perché mi insultate. Sento compassione per voi. Questa è la mia risposta: provo compassione per voi. Vi create problemi che non esistono." 
"Anche se mi sbaglio, perché vi irritate così tanto? Non sono affari vostri. Se sto sbagliando, andrò all'inferno, ma voi non mi accompagnerete. Se sbaglio, sarò io a soffrire per questo, e non voi. Ma sembra che mi amate così tanto da preoccuparvi per me: per questo vi irritate. Avete addirittura interrotto il vostro lavoro nei campi solo per dirmi queste cose. Vi sono grato." 
Appena prima di andarsene disse: "Ah, volevo dirvi un'ultima cosa. Nell'ultimo paese che ho visitato, una gran folla come voi è venuta a trovarmi e a portarmi molti dolci in regalo. Ma io li rifiutai, e loro li ripresero. Ora vi chiedo, cosa ne faranno di quei dolci?" 
Qualcuno della folla rispose: "Facile: li distribuiranno nel villaggio e ne godranno." 
Allora Buddha disse: "Ora, voi invece cosa farete? Mi avete portato solo insulti e io dico che non li prendo. Cosa farete? Mi dispiace per voi. Mi potete insultare, questo sta a voi. Ma io non li prendo, accettarli oppure no è una decisione mia. Non prendo cose che non servono: non voglio portare un fardello inutile. Provo compassione per voi."
http://www.messagefrommasters.com/Stories/Meditation/React_from_awareness.htm


lunedì 30 gennaio 2012

La prudenza non è mai troppa?

Mentre corri avverti un dolorino. Ti rivolgi ad un medico. Lui non capisce di cosa si tratta e l'unico consiglio che ti dà è "per precauzione smetti di correre".
Già. Smetti di correre. Facile.
Per evitare incidenti in auto mi sembra ovvio che l'unica soluzione sia andare sempre a piedi.
E se avessi un soffio al cuore, magari, dovrei passare tutta la vita a letto... così, tanto per non avere brutte sorprese.

Quante volte capita: sei un professionista, ti trovi di fronte ad una situazione imprevista, a qualcosa che non hai mai visto, che non sai come affrontare.
Tra le due scelte: essere conservativo e prudente oppure studiare e imparare quello che non si conosce, la seconda è decisamente più faticosa e impegnativa. Ma ti consente di fare passi avanti e di costruire qualcosa.

In generale, essere conservativi e troppo prudenti, porta all'immobilismo che - sicuramente - non paga.
Una vita in cui non corri nessun rischio per migliorare, non è degna di questo nome.
Muoviti.

venerdì 27 gennaio 2012

Decidi!

Sei un indeciso?

Fissa una scadenza per ogni decisione che devi prendere.

Dopo averlo fatto, cerca di acquisire tutte le informazioni possibili riguardo la scelta che devi compiere. Ovviamente questa non dovrà diventare una scusa per rimandare la decisione: anche per questo hai fissato un termine.

Una volta che avrai ottenuto tutte le informazioni possibili, ti potrai trovare in due situazioni.

  • Dalle informazioni in tuo possesso risulta evidente che una scelta è migliore dell'altra. Decisione facile: prendila immediatamente e non pensarci più.
  • Le opzioni risultano equivalenti e non riesci a reperire ulteriori informazioni. Bene, decidi immediatamente. Anche a caso: se non riesci a scegliere con tutte le informazioni a tua disposizione, con buona probabilità le alternative sono equivalenti e quindi sei legittimato a decidere casualmente.

giovedì 26 gennaio 2012

Investimenti

Pensa alle scelte in termine di "investimento": un prezzo non è alto o basso in assoluto.
Un pacchetto di sigarette non è una spesa esorbitante, ma è un pessimo investimento per la tua salute.
Per contro, un buon corso d'inglese può costare diverse migliaia di euro, ma essere considerato economico se può migliorare la tua posizione lavorativa e fruttarti uno stipendio maggiore.

Passo successivo: applica la stessa strategia alle scelte.
Ogni scelta della tua vita - anche la più limitata - ha un prezzo e delle conseguenze a lungo termine.

Quando ti troverai di fronte alla prossima decisione, chiediti se è un buon investimento.



mercoledì 25 gennaio 2012

Rilassati

Hai la pressione alta, sei teso, agitato, arrabbiato?
Sorridi e rilassati.

Non c'è niente che valga come la tua salute: stress e emozioni negative fanno male fisicamente.
Perché non mandare tutto al diavolo e sentirsi meglio?
Osserva l'importanza relativa che hanno le cose se paragonate alla tua salute.
Impara a rilassarti: respira profondamente e concentrati su ciascuna parte del tuo corpo rilasciando la tensione nervosa.

martedì 24 gennaio 2012

Superare la concorrenza

Hai un'attività commerciale?
Allora ci sono buone probabilità che la concorrenza sia fortissima.

Sei in grado di mantenere i tuoi clienti?
Il passaparola è positivo?
I tuoi clienti ti fanno una buona pubblicità?
E' sufficiente anche un solo cliente scontento per rovinarti il mercato.

Al giorno d'oggi la maggior parte dei negozi non è indispensabile: cosa impedisce ai tuoi clienti di rivolgersi ai centri commerciali?
Pizzerie e ristoranti non si contano: cosa impedisce ai tuoi avventori di passare alla pizzeria all'angolo?

Dai qualcosa in più: fai in modo che da te possano trovare qualcosa che non possono avere negli altri posti. La competenza, la qualità, il tuo tempo, un sorriso.
Questo è l'unico modo di sopravvivere.

lunedì 23 gennaio 2012

Lavoro meccanico e lavoro creativo

A scuola per me scrivere era una vera tortura: ero brillante in matematica e nelle materie scientifiche, ma in seria difficoltà quando mi trovavo alle prese con i temi.
Non che i miei scritti risultassero mosci, anzi: spesso la mia produzione era originale e curata.
Però il pensiero di avere un tema da sviluppare, come compito a casa, mi agitava in maniera incomprensibile.

Anche oggi alcune attività sono in grado di mettermi in agitazione.
Ultimamente ci ho pensato con calma e sono giunto a questa conclusione: temo le attività creative con una scadenza.
Le attività meccaniche non mi preoccupano: di fronte ad un compito che so esattamente come eseguire, anche difficile, anche con una scadenza ravvicinata... mi impegno, corro e - solitamente - ce la faccio.
La sicurezza di avere una serie precisa di passi da seguire è impagabile: quando non bisogna inventarsi niente di nuovo, il lavoro può essere velocizzato (quasi) a piacere.

Le attività creative, invece, sono tutta un'altra storia: non sono processi garantiti e riproducibili.

Di fronte ad una scadenza di questo tipo, devo inventare qualcosa di nuovo in tempo. Ed è il panico.


Nel mio caso, il risultato è la procrastinazione. Se il compito richiede fantasia e ingegno, non riesco a mettermi subito a scrivere, o a pensare. Quando la scadenza è relativamente lontana mi convinco di avere tutto il tempo e - anzi - posso farmi venire idee mentre faccio dell'altro. Peccato che il più delle volte si tratti di una scusa per rimandare: credo si tratti di un meccanismo inconscio per dimenticarmi della preoccupazione della scadenza.

E anche quando in seguito ricavo un po' di tempo da dedicare esclusivamente a questa attività, mi preparo, dichiaro le mie intenzioni, mi metto comodo e... inizio a divagare! Controllo la casella email, le news, il feed reader... e finalmente mi ravvedo e scrivo qualche parola. Soddisfatto temporaneamente il mio senso del dovere, ritorno immediatamente a ricontrollare le news. E così via finché non esaurisco il tempo a disposizione.

Non è pigrizia: è paura a tutti gli effetti.
Paura di non riuscire ad inventarsi niente, di scoprirsi inadeguati, di non arrivare in tempo.
La procrastinazione è infatti il meccanismo di difesa del cervello, che cerca di posticipare gli eventi spiacevoli.

E' un peccato perché - a differenza di un secolo fa - ogni lavoro degno di questo nome oggi è creativo e non meccanico. Il successo lo ottiene chi fa qualcosa di diverso e non chi esegue più velocemente una serie di passaggi predefiniti.
Quindi vale sicuramente la pena di impegnarsi a superare questo limite per sfruttare al meglio le possibilità dei nostri tempi:

Come ho risolto?
Ci sto ancora lavorando, però ho già individuato alcune buone abitudini.
Innanzitutto imparare a consegnare.
Darsi un po' di tempo per eseguire il lavoro e, alla sua scadenza, consegnare. Non illudersi di avere un tempo infinito. Se anche avessi un mese di tempo, inizio subito e ci dedico due ore. Tra due ore consegno. Punto.
Se il lavoro è più articolato, posso invece decidere di dedicargli quotidianamente una quantità di tempo definita, ma ogni giorno devo avere un obiettivo e sforzarmi di raggiungerlo.

venerdì 20 gennaio 2012

Cerca un buon maestro

Vuoi eccellere in qualcosa? Vuoi padroneggiare una nuova abilità? Vuoi raggiungere un obiettivo importante?
Cercati un buon maestro.

Può essere un maestro,  un insegnante, un guru, un allenatore o un semplice modello secondo l'obiettivo che ti sei prefissato.
Ma dev'essere eccezionale.
La maggior parte degli insegnanti è mediocre o nella media. Anzi, devo ammettere che in quasi tutti i campi in cui mi sono cimentato, il 90% di chi insegna (o pretende di insegnare) ricade nella fascia da mediocre a decente.

Non è facile trovare il giusto insegnante o il modello ideale da imitare. Ma tu non puoi certo accontentarti di un insegnante "decente": tu vuoi un insegnante fantastico. Tra l'altro, ricordati che l'insegnamento è una capacità diversa rispetto all'esecuzione: un bravo violinista non è necessariamente un buon insegnante; il campione mondiale di maratona non è per forza un buon allenatore.
Quindi, ricordati di giudicare un insegnante in base alle capacità di insegnamento, e non solo alle abilità nella materia insegnata.

giovedì 19 gennaio 2012

Sopravvivere con il cuore spezzato

... e così la tua donna ti ha lasciato; improvvisamente o dopo diversi segnali che - ovviamente - tu non hai colto.
Che fosse tua moglie o l'amante, una storia iniziata da poco o su cui avevi investito molto, che tu sia un ragazzino o più attempato: se ora ti senti a terra, ci sono alcune regole generali che ti aiuteranno a sopravvivere e a far guarire il tuo "cuore spezzato" più rapidamente e senza imbarazzanti strascichi.

Sopravvivi
Questo è l'unico obiettivo a cui puoi puntare durante i primi giorni.
Sarai a terra, distrutto, e non riuscirai a fare altro; perciò meglio rassegnarsi subito. Gli ordini per i primi giorni sono semplici: limitati a non fare sciocchezze. Anzi: nel dubbio non fare proprio niente. Non andare al lavoro, a scuola o dove ti rechi di solito. Prenditi il tuo tempo per superare la botta.
Tra l'altro, questo ti eviterà di imbatterti in chi ti ha spezzato il cuore... e questo ci porta direttamente al secondo  punto.

Non cercarla
Se sei stato lasciato, a parte la rabbia che potresti provare, sicuramente una delle cose che più desideri in questo momento è che la tua (ex) donna ci ripensi e che possiate proseguire la vostra storia.
Probabilmente sei convinto che dovresti chiamarla, parlarle, vederla, per darle l'occasione di ripensarci. Senza contare che sicuramente ti manca e vorresti risentire la sua voce.
Per non parlare delle spiegazioni: se non altro, ti deve delle spiegazioni. Tu devi assolutamente chiederle se c'è un altro, se è un problema di sesso, di "quella volta che".
Lascia perdere.
Davvero: lascia perdere.
Non puoi che peggiorare la situazione, cercandola. Starai peggio. Soffrirai di più e non otterrai niente.
Inoltre, se c'è una remota possibilità che la vostra relazione continui o diventiate amici, la rovinerai definitivamente.

Fai esercizio cardiovascolare
Corri, nuota, pedala, fai sci di fondo, aerobica o qualunque cosa in grado di rinforzarti cuore e polmoni.
Non sottovalutare questo consiglio: dopo un'attività aerobica, le endorfine ti drogano e ti fanno sentire meglio. Ti consente di convogliare le tue energie negative in qualcosa di buono e utile per la tua salute. Inoltre, pianificare un'attività fisica quotidiana ti aiuta a costruire nuove routine e abitudini.
Hai mai pensato di iniziare a seguire una tabella di allenamento per correre una maratona?

Comprati "un giocattolo"
I bambini hanno i loro giocattoli, tu sei adulto (vero?) e hai i tuoi. Un gadget elettronico, uno smart phone, un tablet, un PC, un'auto, una moto, una bici da corsa. Scegli secondo le tue passioni e le tue disponibilità economiche, ma in questo momento hai bisogno di una "carezza".

Evitala
Se vederla (o sentirla) suscita in te emozioni negative o ti mette in agitazione, cerca di evitarla. Non c'è niente di male nel cercare di stare meglio e fuggire le situazioni che ti mettono in crisi.
E, se proprio la incroci, comportati da persona adulta.

Scaccia il suo pensiero
Questo va di pari passo con il consiglio precedente: è inutile soffrire per niente.
Nei primi tempi sarà naturale, per il tuo cervello, andare con il pensiero alla donna che ti ha spezzato il cuore, arrovellarti per cercare indizi nei suoi comportamenti e crogiolarti inutilmente nei ricordi.
Non farlo. Sii consapevole di quali pensieri sta producendo la tua mente, e fermali.
Non hai bisogno di quei ricordi: non aver paura di dimenticarli e farli svanire, scacciandoli.
Meno ti tornerà alla mente, meglio starai. E meno incubi avrai la notte.

Stai con gli amici
Ha bisogno di spiegazione?
Cerca però di non rendergli la vita impossibile con la tua depressione: tu stai soffrendo molto, ma gli amici hanno già i loro problemi, non vogliono sicuramente intorno qualcuno che non fa altro che lamentarsi.

...ma soprattutto:
Non fare lo sfigato
Non insultare nessuno, non scrivere email odiose e non diventare un patetico stalker.


Coraggio, ce la puoi fare.
Tra un po' di tempo, ci riderai sopra. Te lo garantisco.

mercoledì 18 gennaio 2012

La sfida del blog

Pubblica un post ogni giorno: scegli un argomento da analizzare o un problema che sei in grado di risolvere e scrivi.
Questo ti aiuterà a migliorare le capacità di scrittura, di analisi, velocizzerà la tua mente ma soprattutto ti insegnerà a non procrastinare.
Probabilmente il tuo blog non avrà molti lettori, almeno all'inizio, e difficilmente riuscirai a guadagnare vendendo spazi pubblicitari.
Ma tu non preoccuparti: non è quello il tuo scopo. Il tuo obiettivo è quello di migliorare le tue capacità di comunicazione e di smettere di procrastinare.

martedì 17 gennaio 2012

Idiozia

Tutti conoscono la tragedia della "Costa Concordia" ma, nel caso siate rimasti completamente isolati dal mondo civile negli ultimi quattro giorni (e, in tal caso, grazie di aver scelto il mio blog come prima lettura!), riassumo brevemente i fatti.

La tragedia si è consumata venerdì sera. La nave da crociera "Costa Concordia", con più di 4000 passeggeri a bordo, effettua una manovra azzardata: deviando dalla rotta prevista si avvicina a dismisura alla costa dell'Isola del Giglio, colpendo uno scoglio, imbarcando acqua e inclinandosi in breve tempo su un lato. Le operazioni di soccorso si svolgono in maniera quantomeno disordinata ma - soprattutto - pare che il capitano sia uno dei primi ad abbandonare la nave, rifiutando anche i successivi inviti a risalire per coordinare l'evacuazione dei passeggeri.
Risultato: ad ora 6 vittime, 14 dispersi e innumerevoli feriti.
Ma il lato paradossale della tragedia si può apprezzare meglio quando si considera il motivo della deviazione: a quanto pare il capitano decise arbitrariamente di avvicinarsi pericolosamente alla costa per compiacere un cameriere nativo dell'isola.

Idiota.
Questa è l'unica parola che riesco a trovare per descrivere chi decide con tanta leggerezza le sorti di oltre 4000 persone.

D'altra parte il caso è emblematico e rappresentativo di un'ampia gamma di comportamenti simili, anche se decisamente meno eclatanti: non valutare le conseguenze delle proprie azioni e approfittare dei vantaggi di un posto di responsabilità senza affrontarne i doveri.

L'alto stipendio di chi occupa un posto di responsabilità serve a compensare quei momenti critici e imprevisti che si presenteranno e che andranno affrontati con comportamenti adeguati.
Lo stipendio del capitano di una nave è commisurato alla responsabilità che ha nei momenti critici: quando uno sbaglio comporta gravi danni, quando è chiamato a prendere decisioni da cui dipendono delle vite, quando la nave sta affondando e deve restare a bordo per coordinare l'evacuazione.
Ma non vale la stessa cosa per un dirigente? Il suo stipendio non è forse commisurato alla sua responsabilità? I dirigenti si assumono le proprie responsabilità anche nella cattiva sorte?

lunedì 16 gennaio 2012

Saper dire di no

Scommetto che sei troppo educato e non sei capace di dire di no.
Peccato: con buone probabilità questo finirà col rovinarti la vita.

La capacità da sviluppare si chiama "assertività": esprimere chiaramente ed efficacemente le proprie opinioni senza offendere né aggredire l'interlocutore. In realtà è molto più importante di quanto possa apparire: significa saper esercitare un diritto anche quando i condizionamenti o l'interlocutore ci fanno sentire in difetto.

Sei in grado di dire chiaramente "Grazie, non mi interessa?"
Riesci a difendere i tuoi diritti con disinvoltura?
Quando te ne accorgi, sei capace di non farti fregare senza sentirti in colpa?

venerdì 13 gennaio 2012

Il titolo è corretto


Il titolo del blog è grammaticalmente corretto.
Nella frase "Te sta' dentro che qua fuori è un brutto mondo", il verbo stare è usato all'imperativo, e quindi richiede l'apostrofo.

Volevo puntualizzarlo, dal momento che ho ricevuto tanti commenti al riguardo. Ma, a proposito: tante volte non sarebbe meglio sorvolare sulla forma, e riconoscere la sostanza?

E, per chi se lo chiedesse, il titolo è una citazione del film "Radio Freccia"

giovedì 12 gennaio 2012

Lamentele e proposte

Qualche giorno fa sono stato convocato a sorpresa per ricevere un premio di produzione.
Uno dei dirigenti, al termine delle formalità, ha concluso chiedendomi eventuali commenti sull'azienda.

L'occasione che aspettavo da tempo: finalmente avrei potuto esprimere liberamente mesi di lamentele condivise tra colleghi davanti alla macchinetta del caffé.
E invece no: silenzio. In quel momento in testa avevo il vuoto.
Eppure dopo tutte le discussioni dei mesi passati avrei dovuto essere preparatissimo e pronto ad approfittare dell'occasione.
Cos'è successo?

Quello che spesso accade: non ero preparato perché negli ultimi mesi ho passato il tempo lamentandomi genericamente senza analizzare seriamente la situazione. Se l'avessi fatto,  i punti salienti sarebbero stati chiari nella mia testa, e al momento opportuno non avrei avuto difficoltà ad esporli efficacemente anche ai dirigenti.
Probabilmente, se avessi analizzato attentamente la situazione, avrei anche individuato possibili soluzioni ai problemi.

Ovviamente è molto più facile dire "qui non funziona niente" piuttosto che scendere nel dettaglio.

Lamentarsi genericamente è completamente inutile.

Evidenziare i problemi è il primo passo.
Ma proporre anche delle soluzioni, è da leader.

mercoledì 11 gennaio 2012

Sentimenti negativi

Come si gestiscono i sentimenti negativi?
Esiste un modo efficace di affrontare i sentimenti di odio, rancore, rabbia, disprezzo, disgusto, violenza che provo? Come supero i momenti di crisi? Cosa faccio se vedo una scena che fa male, se ho un ricordo triste, se mi viene il panico?

La mia miglior soluzione per affrontare questi sentimenti è quella di prenderne atto, come suggeriscono le filosofie orientali. Imparando a respirare e osservare con distacco i propri pensieri e emozioni negative. E, nel caso di una sofferenza estremamente forte, sostituirli con i corrispondenti pensieri positivi (i buddhisti parlano di "Retto Pensiero").

Questo mi aiuta con gli istanti di difficoltà. Sul lungo periodo, invece, mi dedico ai miei oggetti d'amore: sono così importanti e mi appassionano tanto da far passare in secondo piano qualunque pensiero negativo.
"Sono troppo impegnato ad amare, per perdere tempo pensando alla morte".

martedì 10 gennaio 2012

Propositi VS Abitudini

Anno nuovo vita nuova. Tradizionalmente tradotta nei famigerati "propositi per l'anno nuovo". Qualcuno sostiene invece la superiorità delle "abitudini" rispetto agli "obiettivi".
La tesi è semplice: i propositi non durano a lungo, mentre le abitudini sì. E di conseguenza il consiglio è quello di iniziare il nuovo anno programmando nuove abitudini invece di stilare elenchi di buoni propositi.

Riflettendo, ho realizzato che i miglioramenti importanti della mia vita li ho ottenuti proprio programmando delle routine quotidiane: così la mia salute è decisamente migliorata da quando ho iniziato a correre ogni giorno in pausa pranzo, il mio inglese da quando ascolto la BBC al risveglio, le mie capacità comunicative da quando mi sforzo di scrivere ogni sera.


Io sono convinto però che le abitudini non sostituiscano gli obiettivi, ma siano semplicemente un modo per raggiungerli: dato un traguardo a lungo termine, imposto un’abitudine in grado di condurmi dove voglio arrivare.

Perché costruire abitudini è efficace? Perché forzano a studiare un piano per raggiungere una méta e obbligano a passare all'azione. Perché non sono astratte. Si integrano nella routine quotidiana, quindi difficilmente vengono sabotate da pigrizia e mancanza di tempo. E se di solito l'inerzia al cambiamento è il problema che ci impedisce di migliorare, una volta acquisita un'abitudine sarà proprio l'inerzia a mantenerci sulla giusta rotta.

Infine: le abitudini non hanno scadenza, non devono per forza cominciare con l’anno nuovo. Così se ne possono iniziare diverse nello stesso anno.

Le abitudini creano risultati a lungo termine. Cosa aspetti a pianificarne una?

lunedì 9 gennaio 2012

Finalmente il blog ha uno scopo


La pausa natalizia mi è finalmente servita per focalizzare gli argomenti che tratterà questo blog.
E’ deciso: avrà come filo conduttore il miglioramento personale (in senso lato).
Raccoglierà la mia esperienza, qualche idea, concetti raccolti nelle mie letture e nei miei studi. Ma sempre provati sulla mia pelle.
Il mio impegno è quello di mantenere un appuntamento quotidiano: poche idee, ma tutti i giorni.