mercoledì 29 febbraio 2012

Perché la vita è bella

Credi che la tua vita faccia schifo?
Tranquillo: non ti sto per proporre di confrontarla con quella di un minatore cileno.
Invece, per focalizzarti sul lato positivo della tua esistenza, ti consiglio di stilare un elenco delle dieci cose che più ami fare. Un decalogo dei momenti in grado di farti apparire meno squallida la vita. Quelli in grado di regalarti un attimo di felicità. Quelli per cui vale la pena vivere.

Scrivile adesso, e in seguito cerca di tenere aggiornato l'elenco.

Inizio io.
  1. Correre in una giornata di sole nelle colline dove sono nato.
  2. Trovarsi d'estate sulle Dolomiti, ai piedi delle Torri del Vajolet, e ammirarle prima di salire.
  3. Partecipare ad un concerto di Ligabue.
  4. Ascoltare Linus e Nicola alla radio.
  5. Fare colazione da solo, il sabato mattina, nel mio bar di fiducia, con cappuccino e torta, leggendo il giornale.
  6. Vedere sorridere la donna che amo.
  7. Leggere un buon libro sulla poltrona di fianco alla finestra, mentre fuori piove.
  8. Avere di fronte un argomento totalmente nuovo e stimolante da imparare.
  9. Uscire di casa alle otto in una mattina di fine inverno e scoprire che c'è il sole, abbastanza caldo da poter stare in maglietta.
  10. Arrivare in piscina e scoprire che c'è poca gente e avere così una corsia libera a disposizione, per poter fare una vasca tranquilli e rilassati, e godere di quella fantastica sensazione di "allungamento totale" del mio corpo.



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lunedì 27 febbraio 2012

Ricordati di respirare

Sei agitato, preoccupato, ansioso o stressato?
Non scordarti di respirare.

Neanche immagini quante persone - concentrate su un'attività difficile o che richiede la massima attenzione - semplicemente si "scordano" di respirare.
Mentre esegui un pezzo articolato al pianoforte, sei impegnato in un esercizio di arti marziali, o coinvolto in una discussione che ti assorbe particolarmente, potresti trattenere il fiato e neanche accorgertene. Questo ha l'effetto di irrigidire i tuoi muscoli e peggiorare la tua prestazione.
Anche senza arrivare all'apnea, la maggior parte delle persone pratica esclusivamente una respirazione estremamente leggera e poco efficace: cicli respiratori superficiali e molto frequenti che portano poco ossigeno in circolo.
Questa è la respirazione tipica degli adulti. I bambini hanno naturalmente una respirazione profonda; quando diventando grandi disimparano come respirare!

Concentrati sulla respirazione.

Mettiti comodo in un luogo tranquillo, e respira naturalmente.
Osserva il ritmo istintivo dei tuoi cicli di inspirazione ed espirazione per qualche minuto.

Poi cerca di modificarlo in questo modo: inspira profondamente, riempiendo d'aria prima la parte inferiore dei polmoni (gonfiando "la pancia") e poi la parte superiore.
Trattieni il respiro per un paio di secondi.
Espira completamente, eseguendo la sequenza al contrario (svuota prima la parte superiore, e poi la parte inferiore del torace).
Al termine dell'espirazione, espelli ancora un po' d'aria, in modo che i polmoni siano completamente vuoti.
Attendi un paio di secondi e poi inspira nuovamente.

Questa tecnica respiratoria, che coinvolge anche la parte inferiore dei polmoni, è chiamata respirazione bassa (o diaframmatica, o addominale) e consente di sfruttare al meglio la capacità polmonare.

Quella descritta è una semplice forma di meditazione (e, come sai, la pratica della meditazione porta diversi benefici): la tua concentrazione sarà rivolta unicamente al respiro escludendo di fatto il rumore di fondo presente nella tua testa.
Se resisti per una decina di minuti ne uscirai rilassato e riposato.



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giovedì 23 febbraio 2012

Il contrario dell'amore

"L'opposto dell'amore non è l'odio, è l'indifferenza. L'opposto dell'arte non è la bruttezza, è l'indifferenza. L'opposto della fede non è l'eresia, è l'indifferenza. E l'opposto della vita non è la morte, ma l'indifferenza." ~Elie Wiesel
Qual è il contrario dell'amore?
E' davvero l'indifferenza - e non l'odio - come suggerisce il nobel Wiesel?

Ragionando numericamente l'intuizione porta a far corrispondere un valore infinito positivo all'amore, un valore infinito negativo all'odio e lo zero all'indifferenza.

Quando vieni lasciato da una persona che ami, ad esempio, la prima reazione è odio.
Perché?
Perché quando ami diventi vulnerabile, e l'abbandono ti ferisce profondamente proprio quando sei completamente indifeso. E passi da più infinito a meno infinito nella scala dei sentimenti.
Invece la condizione d'equilibrio, quella neutra che ti consente l'indipendenza, è il valore zero della scala: l'indifferenza. L'indifferenza ti rende libero, l'odio uno schiavo.

Ricorda che tu non devi essere un burattino nelle mani di un burattinaio: l'odio è una reazione, non un'azione.

"Sei mai stato innamorato? E' orribile, vero? Ti rende così vulnerabile. Apre la tua anima e il tuo cuore così che qualcuno possa entrarci e farti del male. Tutta questa fatica per riuscire ad innalzare barriere e costruire armature in modo che nessuno potesse farti del male e poi, una stupida persona qualunque, uguale a tante altre, arriva nella tua stupida vita... e tu gli consegni un pezzo di te stesso. E non te l'avevano nemmeno chiesto! Un giorno fanno un piccolo gesto, come baciarti o sorriderti, e la tua vita non è più tua. L'amore fa ostaggi. Ti entra dentro. Ti divora e ti lascia a piangere nell'ombra. Una semplice frase come 'forse dovremmo restare solo amici' diventa una scheggia di vetro che ti penetra nel cuore: fa male. Non è solo immaginazione. Non è solo la tua mente. E' un dolore dell'anima, che ti entra dentro e ti apre in due. Odio l'amore" ~Neil Gaiman


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martedì 21 febbraio 2012

Qui e ora

Ti è capitato di essere a tavola, e finire il tuo piatto preferito senza averlo gustato?
Magari, chiacchierando, ti accorgi di avere il piatto vuoto e non ricordi nemmeno di averlo assaggiato.

Se è successo, è perché fisicamente stavi mangiando, ma la tua testa si trovava altrove: in un altro "posto" o in un altro "momento".
Forse eri nel passato, a rimuginare su un errore commesso. Oppure nel futuro, preoccupato o ansioso per gli impegni dei prossimi giorni.
In ogni caso la tua testa non si trova col tuo corpo!

Concentrati e vivi pienamente le tue azioni. Vivi nel presente. Qui e ora.
Anche mentre compi piccole azioni, mentre sei solo, mentre non fai nulla di particolare, sii pienamente consapevole di ciò che stai facendo.

E quando non fai nulla... semplicemente non fare nulla. Tieni la tua mente ferma. Usa la meditazione per ottenere questo risultato.



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lunedì 20 febbraio 2012

Una tazza è utile perché è vuota


Una volta un erudito si recò da un maestro zen per fargli delle domande sullo zen. Quando il maestro zen parlò, l’erudito lo interruppe più volte con i suoi commenti, del tipo: “Oh sì, anche noi abbiamo questo” e così via. Alla fine il maestro zen smise di parlare e cominciò a servire il tè all’uomo dotto; continuò però a versarlo nella tazza e il tè traboccò. “Basta così! Non ci sta altro tè nella tazza!” interruppe l’erudito. “Lo so” rispose il maestro zen. “Se prima non svuoti la tua tazza, come puoi assaporare la mia tazza di tè?”


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venerdì 17 febbraio 2012

Tu sei tu e io sono io

Io faccio le mie cose, e tu fai le tue.
Non sono venuto a questo mondo per soddisfare le tue aspettative.
E tu non sei a questo mondo per soddisfare le mie.
Tu sei tu e io sono io,
e se per caso ci incontriamo l'un l'altro, è bellissimo.
Altrimenti, non possiamo farci nulla.

(Bruce Lee - filosofo e maestro di arti marziali) 

martedì 14 febbraio 2012

Ripetizioni, abitudini, carattere e destino

Ripetendo un'azione formi un'abitudine.
Le tue abitudini determinano il tuo carattere.
E il tuo carattere è il tuo destino.

Possa il tuo destino essere di successo.

lunedì 13 febbraio 2012

Caro diario...

Ecco perché dovresti tenere un diario:

  • Per osservare dentro di te: l'introspezione ti farà scoprire chi sei, cosa vuoi, cosa ti fa male e cosa ti fa bene.
  • Per tenere traccia delle lezioni imparate sperimentando con la vita. Ricordati che errare è umano, ma sicuramente conviene mettere a frutto l'esperienza. Quella dei tuoi errori e quella degli altri.
  • Per liberarti dalla rabbia e dai sentimenti negativi.
  • Perché per iscritto, i tuoi pensieri assumono una chiarezza maggiore rispetto a quando vagano liberi per la tua mente. Scriverli aiuta ad esserne consapevoli.
  • Per migliorare le tue capacità comunicative. Con te stesso e con gli altri.
Non usare un blog: a meno che tu sia una celebrità, a nessuno importa sapere ciò che fai e conoscere i tuoi pensieri più profondi. Meglio che questo tipo di diario rimanga riservato.
Tenerlo privato ti darà la libertà di scrivere qualunque cosa: devi poter esprimere le cose più inconfessabili e inenarrabili della tua vita.
Inoltre, se scrivi esclusivamente per te non sarai tentato di soffermarti eccessivamente sulla forma e potrai concentrarti sulla sostanza: i pensieri fluiranno meglio.

Cosa dovresti scrivere?
Tutto quello che ti passa per la testa, cercando di analizzarlo.
Una volta che i tuoi pensieri saranno nero su bianco, sarai libero di fare il vuoto nella tua mente.

venerdì 10 febbraio 2012

Cos'è la meditazione?

Chi non ha mai sentito parlare di meditazione?
In tanti si chiedono "come si fa", ma in quanti sanno "a cosa serve" veramente?

Solo recentemente ho capito qual è il vero scopo della meditazione.

Serve per eliminare il rumore di fondo nella mente, costituito da pensieri spontanei.
Questi ti impediscono di vivere pienamente e assaporare a fondo i piaceri della vita.

giovedì 9 febbraio 2012

... e consapevolezza

Nel post precedente ho parlato dei condizionamenti, e spiegato come nel corso della vita (soprattutto nei primi anni di vita) veniamo inconsapevolmente "programmati" dall'ambiente che ci sta intorno.
Alcuni di questi condizionamenti restano inconsci: non ci rendiamo conto della loro esistenza e - comunque - non sappiamo da dove provengano; in ogni caso continuano a farci agire in maniera irrazionale e quantomeno non ottimale.

In questo post, ti spiegherò come "risvegliarti" da questa condizione.

Il famoso "risveglio" di cui tanto parlano filosofie orientali e guru di vario tipo non è altro che l'acquisizione della consapevolezza di questi condizionamenti. Il termine è stato scelto perché è contrapposto allo stato in cui vivi in maniera "automatica" secondo un programma che è stato inserito nella tua testa e di cui non sei consapevole: una sorta di "sonno" che ti impedisce di vivere pienamente.
Ma qual è il problema di rimanere nella condizione di "sonno"?
Be', tanto per cominciare, le programmazioni che hai ricevuto nel corso degli anni sono del tutto... casuali!
Nella migliore delle ipotesi sono contrastanti; nella peggiore, deleterie. Ma anche il primo caso provoca una frustrazione insopportabile al tuo interno: in tante occasioni probabilmente una parte di te vorrebbe andare in una direzione e un'altra vorrebbe scegliere quella opposta.
Le regole che hai in testa ti vanno strette e ti creano confusione.
Stai male e non sai nemmeno perché.

Se vuoi tornare ad essere te stesso, smettere di vivere la vita di qualcun altro e non provare questa insoddisfazione e frustrazione latente devi prendere coscienza dei condizionamenti che hai ricevuto.

E' un processo lungo. Il cammino inizia in questo istante, riconoscendo di aver ricevuto dei condizionamenti nel corso della tua vita. Prendi atto del fatto che le tue "regole" e le tue "certezze" ti sono state imposte dall'ambiente esterno quand'eri piccolo, da persone che sicuramente non avevano la verità in tasca. Perché la verità in tasca non ce l'ha nessuno. Probabilmente erano in buona fede, ma ti hanno imposto regole derivate dalla loro esperienza, secondo la loro personale e soggettiva visione della vita.

Lo ripeto: il primo passo che devi compiere è riconoscere che sei stato condizionato.
Se sono riuscito a spiegarti questo concetto, vivrai questo istante come una "rivelazione" e già ti sentirai libero.
Forse un po' vuoto, ma libero.
Questa è la consapevolezza. Questo è il momento del tuo risveglio.

Il secondo passo, quello più lungo e che probabilmente durerà tutta la vita, consiste nel passare in rassegna le regole secondo cui vivi e analizzarle alla luce della tua nuova consapevolezza.
E' un cammino verso la conoscenza.

Una volta riconosciuto che sei stato condizionato devi rifiutare tutto quello che sai? Tutti i condizionamenti, tutte le tue certezze e gli insegnamenti?
Ovviamente no. Non è necessario rinnegare tutto.
Dovresti piuttosto analizzare ciascun "automatismo di pensiero", capire da dove e da chi proviene e passarlo al vaglio critico della ragione. Ora che sei consapevole che una regola è stata inserita nel tuo cervello da piccolo, puoi analizzarla razionalmente e decidere se tenerla o buttarla.
Con questo processo ricostruirai il sistema dei tuoi valori in maniera più adulta e razionale.
E rinascerai.

mercoledì 8 febbraio 2012

Condizionamenti...

Sei sicuro di stare vivendo la tua vita e non quella di qualcun altro? Per esempio quella dei tuoi genitori, o dei tuoi insegnanti?
Sei sicuro di essere "sveglio", in questo momento?

Filosofie orientali, religioni e guru di vario tipo parlano spesso di risveglio.
Ma anche la psicologia occidentale in fondo tratta di questo concetto.

Ma cosa cavolo significa? E' solo un'esca esoterica sventagliata a sproposito per attirare persone deboli?
Direi di no. Anzi, il concetto è piuttosto "scientifico".

Cominciamo dall'inizio.
Non riuscirò sicuramente ad essere esaustivo, ma spero di riuscire a rendere l'idea.


Nei primissimi anni di vita sei piccolo e indifeso, ma intorno a te ci sono persone adulte a cui ti affidi (genitori, nonni, insegnanti...), da cui dipendi in tutto e per tutto. La tua vita dipende letteralmente da loro.
Per questo li riconosci automaticamente come autorità assolute: loro sono grandi e grossi e "sanno tutto".
E' un meccanismo in grado di garantire la sopravvivenza della specie: nei primi anni di vita il tuo cervello assorbe qualunque cosa arrivi dai genitori in maniera diretta e indiretta e viene catalogata per sempre come verità assoluta.
Un bambino piccolo coglie e impara tutto dai genitori (e dalle figure adulte che lo crescono, televisione inclusa!), compresi i loro atteggiamenti inconsapevoli: nei primissimi anni il bambino memorizza qualunque cosa veda e senta, direttamente o indirettamente.

Questo dà sicuramente un'impronta decisa alla formazione di una persona: se anche da adulto non sarà più in grado di ricordare questi episodi, i suoi comportamenti saranno guidati dalle istruzioni memorizzate.

Non solo.
Come se non bastasse, fai parte della società, e sei inondato da messaggi "assoluti": la religione, la politica, la televisione, la pubblicità, i personaggi famosi... tutti ti forniscono delle regole.
Da ogni parte arrivano messaggi che in maniera più o meno diretta ti indicano qual è il giusto comportamento.

Il risultato di tutto questo è che nel corso della tua vita hai memorizzato indelebilmente infiniti condizionamenti, tanto più forti quanto più eri piccolo: "Se fai questo sei bravo", "Se fai quest'altro sei cattivo", "Hai successo se nella vita avrai questo o farai quello", ...

Ma la cosa veramente grave è che molti di noi non ne sono consapevoli!
Con buona probabilità, molti dei tuoi comportamenti sono ancora guidati da condizionamenti inconsci ricevuti nel corso della tua esistenza.
Se alcuni sono giusti e positivi, altri sono deleteri, non più validi o troppo generali.

... e qui entra in gioco il "risveglio".
L'argomento però è vasto e preferisco spezzarlo in diversi articoli: nel prossimo post proseguirò parlando della consapevolezza e del risveglio.




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martedì 7 febbraio 2012

Senso di colpa

Hai fatto qualcosa di male?
Sei tormentato da un errore del passato?
Hai preso una decisione sbagliata?

Non vale la pena farne un dramma.

Un comportamento più sensato e razionale è quello di valutare se puoi rimediare in qualche modo.
C'è qualcosa in tuo potere per recuperare i danni che hai provocato?
Fai tutto quello che è alla tua portata e poi... non pensarci mai più.

A parte l'ovvio consiglio di imparare dai propri errori, non tormentarti oltre.
Il senso di colpa non ha senso: innanzitutto perché qualunque azione del passato non può essere modificata, e poi perché quando l'hai compiuta eri sicuramente in buona fede.
Sicuramente? Certo: nessuno sbaglia sapendo di sbagliare. Quindi devi perdonare te stesso una volta per tutte e vivere nel presente.

Eppure ci sono proprio casi in cui prendi una decisione e sai che è sbagliata, ma non hai il coraggio di fare diversamente. Anche in questo caso sei in buona fede. Significa che in maniera inconsapevole hai valutato e soppesato i pro e i contro. Cosa fa di una decisione quella "giusta"? Giusta per chi? Giusta in base a quali criteri? Quando hai scelto, evidentemente hai risposto a queste domande e ne hai tratto un bilancio, cercando di ottenere il meglio.
Quindi anche in questo caso hai elaborato una valutazione ed eri in buona fede. E se eri in buona fede, non c'è motivo per tormentarti oltre: vivi nel presente!

E se ci sono persone che soffrono per colpa mia?
Be', se ci sono persone che soffrono per colpa tua, dovresti decidere una volta per tutte: devi proprio rendere felici tutti? Sei sicuro? Sei sicuro che sia possibile?
Tieni presente che:
- Hai intorno tante persone, ognuna con desideri contrastanti. Non è detto che la felicità delle persone che hai intorno sia compatibile.
- Non sei in grado di leggere nel pensiero. Non sai con sicurezza cosa renderà felice chi ti sta intorno. Spesso non lo sanno nemmeno loro. Più in generale: non puoi sapere cosa è giusto e cosa no.
- In compenso, è più probabile che tu sappia cosa può rendere felice te. Bene, perché non inizi da lì? Perché non cominci cercando di essere felice? Come minimo, le persone che ti stanno intorno e ti vogliono bene, saranno contente di vederti sereno.

Fatti un favore: perdona te stesso e vivi nel presente. Se continuerai a tormentarti per il passato, non potrai vivere davvero e ti perderai le cose belle che la vita sarà ancora in grado di offrirti.

lunedì 6 febbraio 2012

Cose importanti

Quali sono le cose veramente importanti, per te?
Immagino tu sia in grado di produrre una lista dettagliata, vero?

Be', non raccontarmi balle.
Dici che tuo figlio è importante? Bene. Quanto tempo passi con lui?
Sei convinto che la tua salute sia importante per te? Bene. Quanto tempo dedichi a studiare le basi della medicina, dell'alimentazione e della psicologia? Quanto tempo dedichi a praticare attività fisica?


E' facile capire se menti a proposito delle cose importanti: qualunque cosa tu possa raccontare, le cose che davvero contano per te sono quelle a cui dedichi il tuo tempo.

Rifletti su come passi il tuo tempo e con chi.




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venerdì 3 febbraio 2012

Maleducato o invisibile?

Chi sei? Il maleducato che parla ad alta voce e durante una conversazione non attende il suo turno; oppure sei l'invisibile, che non viene ascoltato?

Ci sono evidentemente vie di mezzo, ma voglio parlare dei due casi limite.

Se sei tra i primi, vedi di calmarti: i maleducati non risultano mai simpatici.
Se leggi questo blog, è più probabile che tu abbia qualche difficoltà di comunicazione e ti ritrovi nella seconda fascia.

Come puoi comportarti quando hai a che fare con una persona del primo tipo? Quando non riesci ad aprire bocca perché qualcuno eccessivamente "esuberante" copre la tua voce con la sua, si sovrappone e accavalla e ti impedisce di esprimere le tue idee?
Chiaramente il tuo interlocutore non è interessato al tuo parere; quindi, lascialo parlare. Ascolta. Mantieni il distacco e lascia fare. Soddisferai il suo ego.
D'altra parte, se ti trovi in un gruppo, e l'"esuberante" ti impedisce di comunicare con gli altri, potrebbe essere un problema.

Oppure: sei una di quelle persone "invisibili" che quando parla non viene "sentito".
Non so come, ma succede: ci sono persone - di solito timide ed educate - che vengono sistematicamente ignorate quando parlano. Non con proposito: non vengono proprio percepite. Si perdono nel gruppo e non emergono.
Probabilmente esiste una legge fisica per cui le onde sonore di alcune persone vengono schermate quando sono in un gruppo.

La soluzione è sempre la stessa: quando apri bocca devi dire cose memorabili. Punta sulla qualità e non sulla quantità. Fatti la reputazione di chi vale la pena di essere ascoltato.
Tanto per cominciare, ascolta. Ascolta più che puoi, con attenzione.
Non dovrebbe essere difficile, visto che attualmente quando parli non vieni ascoltato, o c'è qualcuno che ti interrompe in continuazione.
Ascoltare ti aiuterà a rendere molto più interessante ciò che dirai quando aprirai bocca.
E usa l'ironia: sii tagliente e non avere paura di esprimere idee impopolari: nessuno è disposto ad ascoltare concetti triti e ritriti o luoghi comuni. Se dici qualcosa di nuovo e di interessante, o se manifesti un punto di vista inedito, hai più probabilità di essere ascoltato e cercato.

giovedì 2 febbraio 2012

Hai paura?!

Innanzitutto analizza la tua paura.
A cos'è dovuta la tua ansia?
Qual è la cosa peggiore che può succederti?
Cerca di riconoscere la tua paura e razionalizzarla: ti potresti accorgere che anche nel caso peggiore non c'è da temere.

Se così non fosse, ricordati che in certe circostanze avere paura è normale: in questi casi, l'importante è avere il coraggio da contrapporre alla paura.

mercoledì 1 febbraio 2012

Elimina le dipendenze

Eliminale tutte. Non solo quelle che ritieni negative.
Perché sono tutte negative.
Vedilo come un esercizio per aumentare la tua forza di volontà anevrotica.

Sarai veramente libero solo quando non avrai più dipendenze, nemmeno quelle che ritieni più innocue.